Quanto valgono i beni del patrimonio culturale e ambientale italiano?

Non serviva il Covid19 per ricordare la bellezza dell`Italia che resiste da secoli. Non serviva certo questa crisi per farci riscoprire il viaggio come parte integrante del DNA del paese.  In materia di viaggio e di forza di richiamo esercitata dall`Italia si parte da lontano. Alla fine dell´Impero Romano sono i pellegrini a mettersi in moto, spinti dal desiderio di toccare i luoghi sacri del Cristianesimo.  Non a caso l`imponente mole del Colosseo diventa nel Medioevo simbolo intramontabile di civiltà. Nel sedicesimo secolo l`Italia grazie alla sua richezza culturale è il culmine del Grand Tour. La sua bellezza diviene sinonimo del Belpaese. Ripartire dall´ Italia e dal turismo é dunque un binomio inscindibile, non solo perché la questa bellezza deve essere raccontata, ma anche perché costituisce la più grande risorsa del paese, mai sfruttata appieno e tantomeno in termini di qualità.

 L’Italia possiede un patrimonio culturale e ambientale unico al mondo. Sono 47 i siti che rientrano nella lista Unesco dei Patrimoni Mondiali dell’ Umanità.

Vale quindi la pena chiedersi:

Quanto valgono i beni del patrimonio culturale e ambientale italiano?

L’insieme dei 47 siti Unesco rappresenta un ampio e significativo repertorio delle tante eccellenze nel settore dell’architettura, della pittura, dell’urbanistica e del paesaggio del Belpaese.

L’Italia possiede il più grande patrimonio culturale a livello mondiale. Oltre 4.000 musei, 6.000 aree archeologiche, 85.000 chiese soggette a tutela e 40.000 dimore storiche censite. L’Italia è anche “arte a cielo aperto” con le sue coste, le sue riserve e paesaggi naturali.

Ogni 100 km2 in Italia si contano mediamente oltre 33 beni censiti. Il 18% del territorio italiano – più di 55.000 chilometri quadrati – è soggetto ad attività di tutela da parte dello Stato.

 Secondo i dati dell’ultimo bilancio del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, il patrimonio italiano al 31/12/2016 è pari a 986 miliardi di euro tra attività finanziarie e non finanziarie.

Gli “oggetti d’arte”, classificati come beni mobili di valore culturale, biblioteche ed archivi (beni storici, beni artistici, beni demo-etno-antropologici, beni archeologici, beni paleontologici, beni librari, beni archivistici), valgono 174 miliardi di euro (il 10,4% del PIL).

 A fronte della ricchezza del patrimonio culturale italiano, emergono tuttavia alcune criticità. L’Italia è al penultimo posto (dietro la Grecia) per percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (1,4% a fronte del 2,1% medio Ue).

Siamo ricchi ma non sappiamo sfruttare il nostro patrimonio: il ritorno degli asset culturali della Francia e del Regno unito è tra 4 e 7 volte più grande di quello italiano (fonte Pwc).

Tutto ciò considerando, ripartire dall` Italia non può rimanere retorica. Ripartiamo dalla piú grande risorsa, che è propria al nostro paese: la sua straordinaria bellezza.

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