Gite scolastiche cancellate, circa 420mila eventi rimandati di un anno, soggiorni in Italia disdetti, alberghi vuoti, aerei fermi, musei chiusi. Per il turismo italiano la situazione non è mai stata così drammatica. Siamo i stati i primi a fermarci e saremo gli ultimi a ripartire. Il totale blocco delle attività ricettive e della filiera turistica già in essere, durerà presumibilmente per diversi mesi con una prospettiva di ripresa lenta e lunga. Se saremo fortunati potremo riprendere ad agosto perché sono già arrivate le disdette per giugno e luglio ma iniziano ad arrivare segnali negativi anche per l’autunno. Il rischio è di arrivare decimati alla ripresa.
Serve un piano straordinario per il turismo, supportato da un adeguato fondo di emergenza a sostegno del mancato reddito delle imprese, che si sono visti in questi mesi azzerare i fatturati. Senza una pronta reazione e un sostegno immediato c’è il rischio che questo settore collassi rapidamente con un impatto drammatico sull’occupazione e sull’economia.L’istituzione di un fondo straordinario di sostegno al mancato reddito per tutte le imprese (con finanziamenti a tasso 0), prestiti a fondo perduto in proporzione al fatturato di ogni singola azienda, è solo il primo passo di un percorso che dovrebbe prevedere anche lo stralcio e non la deroga dei contributi fiscali e previdenziali almeno per il periodo marzo /settembre 2020. E poi la concessione e l’utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali, compresi quelli in deroga, per almeno 12 mesi estendibili a tutte le dimensioni di aziende e prorogabili se l’effetto della crisi si protrarrà.
A preoccupare sono poi i tempi incerti sulla durata di questa emergenza e su come cambierà le abitudini dei viaggiatori. La ripresa potrebbe ripartire prima dal turismo interno, sostenuto da un bonus vacanze come è stato prospettato. In tempi normali sarebbe perfetto, ma oggi bisogna capirne la reale efficacia. I voucher rappresentano uno sconto, ma funzionano quando c’è il desiderio dell’acquisto (cioè la tranquillità per affrontare un viaggio e stare fuori casa). Se si vuole creare una prospettiva futura e sollevare il settore non è sufficiente intervenire sull´offerta. Offrire un prodotto migliore e garantire una maggiore sicurezza come viene chiesto alle strutture ricettive richiede investimenti. Solo un sostegno finanziario concreto volto alla riqualificazione potrá permettergli di riprensentarsi migliori alla partenza di come ci si é lasciati. Senza voler abusare ancora del tanto inflazionato “nulla sará come prima”, dover ripartire da zero impone di ripensare un turismo che sia di maggiore qualitá, più sicuro e migliore per i clienti e piú sostenibile per le imprese.